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MULTITASKING: L’ARTE DI ESSERE MEDIOCRI IN TANTE COSE

Io sono drogata di multitasking. Credo di avere una sorta di dipendenza. Ormai, se in ufficio davanti a una miriade di email da processare e telefonate a cui rispondere, non mi arrivano almeno cinque notifiche al minuto di messenger, e altrettante di WhatsApp dove sto provando a organizzare la tata, l’aperitivo con le amiche e la palestra post lavoro e cosa cucinare per cena, non mi sento bene fisicamente”. Racconta Arianna, una mia coachee che del fare più cose insieme, è divenuta un’esperta.

Mentre lei srotola la sua giornata, che assomiglia decisamente di più a un giro su un ottovolante, porto l’attenzione su quante cose ognuno di noi è costretto a fare contemporaneamente. E mi accorgo che non sono affatto poche. E spesso neanche fatte bene.

UOMINI, DONNE E MULTITASKING

Le donne, più degli uomini, sostiene la scienza sembrano destreggiarsi meglio nell’arte del multitasking. Secondo alcune ricerche, l’abilità di fare più di una cosa contemporaneamente deriva dall’evoluzione. La donna ha dovuto sviluppare queste abilità fin dal principio, infatti se gli uomini primitivi si limitavano a procurare il cibo, le donne badavano al villaggio e ai figli, facevano attenzione agli attacchi nemici o alle bestie feroci, lavoravano la terra, creavano abiti dalle pelli, pulivano e cucinavano… Insomma la donna dovette diventare multitasking fin dalla notte dei tempi. Per necessità: l’uomo era più adatto alla caccia essendo più veloce, più forte e più resistente di qualsiasi donna. Quest’ultima era più intuitiva e fondamentale per la crescita quotidiana dei figli.

Abitudini queste che hanno portato anche ad uno sviluppo diverso del cervello tra i due sessi: ciò che la scienza ha dimostrato è che le connessioni cerebrali tra uomo e donna vanno in direzioni diverse.

Gli uomini mostrano più collegamenti interni a ciascun emisfero che portano ad un migliore coordinamento dei movimenti e a una sviluppata percezione dello spazio. Il cervello femminile invece abbonda di collegamenti tra i due emisferi, queste connessioni trasversali portano ad una migliore memoria, a sviluppate abilità sociali e ad una grande capacità di multitasking.

Al di là delle differenze fra i due sessi, il multitasking fa bene alla salute o aumenta lo stress?

VANTAGGI E SVANTAGGI

Secondo gli esperti, lo abbiamo detto, il multitasking potrebbe essere un’eredità del percorso evolutivo, quando avere un’attenzione mobile e destreggiarsi fra stimoli differenti era fondamentale per la sopravvivenza.

Tuttavia, oggi il rischio di imbatterci in animali feroci è piuttosto basso, eppure, contrariamente a ciò che siamo inclini a pensare, il nostro cervello ragiona ancora secondo parametri scelti nel passato.

Le ricerche degli ultimi anni sul cervello evidenziano che alcune aree molto antiche dal punto di vista evolutivo, avrebbero un ruolo fondamentale quando dobbiamo prendere una decisione importante. Il problema del multitasking è che, nel mondo attuale, avere un’attenzione flessibile ci permette di seguire più cose contemporaneamente, ma al tempo stesso il rischio maggiore è… un’incalcolabile perdita di tempo, oltre a un problema di stress, anche se apparentemente non ce ne rendiamo conto.

E di quanto il multitasking ci stressi non ne siamo troppo coscienti: quando ci troviamo in questa condizione dobbiamo reagire agli stimoli e farlo in fretta; aumentano le quantità in circolo di adrenalina e noradrenalina, ormoni che tendono a disattivare la funzione esecutiva, accrescendo l’attenzione verso nuovi stimoli. 

Nella modalità multitasking agiamo d’impulso e spesso è la concentrazione a farne le spese, perché non riusciamo a fermarci su un singolo compito per più di qualche minuto: un tempo troppo esiguo per poter svolgere dall’inizio alla fine il nostro lavoro completando l’obiettivo che ci eravamo prefissati.

COS’E’ QUINDI IL MULTITASKING?

Il termine multitasking deriva dalla parola inglese task, compito. Se il sistema operativo di un computer è stato studiato in modo da massimizzare la possibilità di effettuare più compiti alla volta, il funzionamento del nostro cervello invece rischia di andare in tilt quando passiamo da un’informazione all’altra.

L’attenzione selettiva è una strategia del cervello che ci permette di dare priorità a certi stimoli, eliminando altre informazioni ritenute superflue in un certo momento. Ma quante volte nella vita quotidiana siamo costretti a passare da un impegno all’altro destreggiandoci fra bambini, casa e lavoro?

Insomma il multitasking può essere vista come l’arte di essere mediocremente vasti. Fare cose diverse nello stesso tempo, e farle peggio di quanto ti farebbe se si processare un problema o una attività alla volta.

LA TRUFFA DEL MULTITASKING

Il neuroscienziato del MIT di Boston Earl Miller ha dimostrato che il multitasking provoca un deficit cognitivo: genera errori dovuti a mancanza di attenzione.

Il costante passare da un’attività all’altra incoraggia il cervello a sviluppare pessime abitudini. Ogni volta che completiamo un piccolo task, come mandare un’email, il nostro corpo rilascia una piccola dose di dopamina, un ormone che ci stimola l’effetto “ricompensa”. Siccome il nostro cervello è drogato di dopamina, ne vuole sempre di più e ci induce a completare altri piccoli task per riceverne una nuova dose. Questo ci rende impossibile concentrarci su progetti complessi.

Ci sentiamo tutti bravi quando riusciamo a gestire più cose insieme, ma la verità è che quando accade ci stiamo concentrando su una cosa confidando nel pilota automatico. Che come si sa, cade molto facilmente in quegli errori che comunemente chiamiamo trappole mentali.

I DANNI

Studi scientifici dimostrando che una persona concentrata a svolgere un’attività, quando distratta, può impiegare fino a 25 minuti per ritrovare lo stesso livello di concentrazione. Ogni volta che ti interrompi… in pratica, sono guai. (Prova a conteggiare quante volte ti distrai ogni giorno e facilmente avrai un’idea di come avrai usato il tuo tempo…).

Sono molto interessanti in proposito i risultati delle ricerche del professore di Stanford Clifford Nass. Ecco i problemi sviluppati da chi lavora tutti i giorni su più cose simultaneamente:

  • difficoltà a organizzare i pensieri;
  • incapacità di filtrare le cose irrilevanti;
  • difficoltà a ricordare quello su cui ha lavorato;
  • distrazione cronica;
  • riduzione dell’efficienza e della qualità del lavoro;
  • incapacità di lavorare su più cose contemporaneamente;
  • aumento della produzione di cortisolo, l’ormone dello stress.

TRE CONSIGLI SU COME FOCALIZZARSI SUL SINGLE-TASK

Quante altre cose hai fatto mentre leggevi questo articolo? O meglio sei consapevole di quante cose hai fatto mentre tentavi di leggere questo post? Sapresti elencarle?

Utili sono i tre consigli sul single-task focus del giornalista economico e fondatore dell’Energy Project Tony Schwartz:

1) Inizia la giornata con la cosa più importante

Individuare il compito più rilevante e impegnativo, e farlo come prima cosa, preferibilmente senza interruzioni, per minimo un’ora e massimo 90 minuti. Se possibile, lavorare in uno spazio dove si è soli, magari con cuffie anti rumore. E resistere a ogni impulso di distrazione, ricordandosi che abbiamo un tempo limitato, e che ne va della produttività. Infine, premiarsi con una pausa di almeno qualche minuto, alla fine.

2) Prendersi tempo per la creatività

A volte si è così sommersi dalle urgenze, che il “lo faccio dopo” diventa la regola, e certe cose non si fanno mai. Questo va a discapito di lavori che non saranno mai urgenti nel senso di dover essere fatti entro 5 minuti, ma che sono altrettanto importanti se non di più. Bisogna quindi programmare degli slot di lavoro in cui si pensa a lungo termine, dedicandosi agli aspetti creativi o strategici. L’ideale sarebbe farlo in un posto diverso rispetto a quello in cui si compie il lavoro di routine, un posto rilassante e che stimola la creatività.

3) Andare in vacanza

Prendere ferie a cadenze regolari, e che siano vere ferie. Regolari vuol dire varie volte all’anno, anche solo per quei 2 o 3 giorni aggiunti al weekend. Vere vuol dire che ci si disconnette dal lavoro sul serio, email e tutto. E la produttività migliora, garantito. Work hard, party hard.

A questo punto ti chiedo… sei ancora certo che il multitasking sia una delle abilità in cui vuoi eccellere?