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MI PIEGO MA NON MI SPEZZO. SONO RESILIENTE!

Sarebbero adulti più felici e realizzati, i bambini educati, fin dall’infanzia, alla resilienza?

Credo proprio di sì, eppure spesso noi genitori, con i nostri figli, facciamo l’esatto contrario. Li proteggiamo in modo ossessivo, pur di non vederli soffrire, pur di non vederli affaticarsi, pur di non vederli disperarsi. Ma così facendo non solo non li educhiamo alla resilienza, ma li rendiamo più deboli e disarmati di fronte le avversità a cui la vita inesorabilmente li sottopone.

COS’E’ LA RESILIENZA

Resilienza è un termine che deriva dalle scienze dei materiali: in origine erano definiti resilienti quei metalli che, se venivano sottoposti a una forza, si piegavano senza rompersi; l’aggettivo resiliente veniva dato anche ai tessuti che, dopo essere stati tirati, tornavano alla loro forma originaria, senza deformarsi. Nel XX secolo gli psicologi, alle prese con i traumi e la fragilità umana, hanno adattato il termine per indicare la capacità di fronteggiare le difficoltà senza spezzarsi.

La resilienza è dunque la capacità di non farsi piegare da un ostacolo, trovando la forza e la volontà di andare avanti. Metaforicamente è un palazzo antisismico che affronta un terremoto, oscillando, anche violentemente, senza crollare. Lo stesso capita alla mente umana quando reagisce con resilienza: ci si piega al dolore, ma non ci si spezza.

COME ALLENARE I NOSTRI FIGLI ALLA RESILIENZA

La resilienza, esattamente come un muscolo, si può allenare. In noi e nei nostri figli. Ecco alcuni pratici consigli:

LASCIATELI FARE DA SOLI. Non significa permettergli di compiere azioni pericolose, più semplicemente se vogliono misurare le loro capacità con un’ arrampicata o provare ad aprire da soli un barattolo di marmellata, concedete loro questa opportunità. E se un bimbo di due anni cade, non correte a rialzarlo, ce la può fare da solo. Lasciare che risolvano da soli le piccole difficoltà è fondamentale per rafforzare la loro forza psichica.

NON DATE LORO TUTTO CIO’ CHE DESIDERANO. E’ importante saper dire no e porre dei limiti ai figli. Ad esempio non correte a comprargli un giocattolo solo perché ce l’ha l’amichetto. I bambini che crescono con regole e limiti sono molto più sicuri di sé di quelli che crescono in ambienti troppo permissivi.

SPINGETELI A FARE AMICIZIA. Relazionarsi con altri bambini rafforza la resilienza. Create occasioni di incontro con coetanei. Preferibilmente non attività organizzate, ma ritrovi di gioco libero, dove i piccoli possano sviluppare le loro dinamiche sociali. Evitate di intervenire, a meno che non sia davvero necessario, se ci sono dei conflitti. Lasciate che trovino da soli la soluzione per superare il litigio.

L’isolamento è un fattore che suscita insicurezza e paura. Un bambino isolato è un bambino a cui bisogna prestare attenzione. Non tutti i bambini sono in grado di gestirsi socialmente, quindi è bene dare loro una mano in questo compito.

Come insegnare ai bambini a fare amicizia? Fate attenzione: non avere amici può essere un tema sensibile per i bambini. Non è una buona idea, quindi, farli sentire colpevoli della situazione. Se lo fate, probabilmente il bambino adotterà due atteggiamenti: chiudersi in se stesso per proteggersi o fare tentativi disperati e a volte pericolosi per essere accettato.

D’altra parte un bambino che non ha amici di solito è un bambino insicuro. Quindi, come adulti, avete il compito di rafforzare la sua sicurezza sottolineando tutte le cose giuste che fa nei contesti sociali.

INSEGNATE LORO AD AIUTARE GLI ALTRI. Se il bambino impara ad aiutare gli altri, si sentirà più utile. In questo modo, inoltre, rafforzerà la sua capacità di provare empatia. In futuro questi saranno i pilastri della sua forza mentale. Pensate che il miglior modo per sviluppare questa capacità nei bambini è dando loro il giusto esempio. Prima di tutto aiutandoli e poi promuovendo questo atteggiamento all’interno della famiglia. Il gioco è una dimensione ideale affinché i bambini capiscano i benefici del lavoro di gruppo.

STABILITE UNA ROUTINE. Stabilire una routine è fondamentale per i bambini, soprattutto per i più piccoli. Per loro, è motivo di sicurezza e di stabilità. Diminuiscono le loro paure e ansie perché sanno cosa accadrà dopo. La routine, inoltre, permette ai bambini di capire se stanno vivendo “correttamente” o meno.

All’inizio, bisogna definire gli orari in cui andare a letto e alzarsi la mattina. Vanno stabiliti anche gli orari di pranzo e cena. Lo stesso vale per il tempo trascorso a scuola e il tempo dedicato al riposo.

INSEGNATE LORO A STABILIRE DEI TRAGUARDI. È positivo che i bambini capiscano di dover fissare obiettivi ragionevoli in base alle loro capacità e risorse. Stabilire dei traguardi che richiedano un certo sforzo, ma allo stesso tempo siano raggiungibili, è un rinforzo enorme per la loro autostima. Questo vale non solo nell’infanzia, ma in generale nella vita. D’altra parte, più che di traguardi, i bambini hanno bisogno di completare alcune fasi. Questo significa, ad esempio, che non bisogna pretendere che prendano voti alti a scuola, ma che imparino strategie e tecniche di studio che metteranno in pratica tutta la vita.

INSEGNATE LORO CHE SBAGLIARE E’ IL PRIMO PASSO PER MIGLIORARE. Già la pedagogista Maria Montessori intuì quanto fosse importante per i bambini fare esperienze dirette e commettere errori per un pieno sviluppo delle loro capacità intellettive ed emotive: “solo l’esperienza e l’esercizio correggono gli errori, e l’acquisto delle diverse capacità richiede lungo esercizio”.

Uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience ha evidenziato che una precisa area del nostro cervello ci avvisa quando facciamo uno sbaglio, determinando anche la nostra capacità di correggerci. Alcuni esperti hanno cercato di capire perché, a volte, ripetiamo lo stesso errore: dalle ricerche è emerso che tale tendenza dipenderebbe dal tempo necessario alla nostra mente per elaborare le informazioni.

Infatti, quando il cervello si accorge di uno sbaglio, automaticamente si concentra su di esso, per trovare il modo di porvi rimedio. Tuttavia, se nel frattempo siamo impegnati in azioni che richiedono altre decisioni rapide, ciò causa un deficit di attenzione e la possibilità di sbagliare di nuovo aumenta.

Se mettete in pratica questi semplici consigli, i vostri bambini svilupperanno la capacità della resilienza. È un regalo che, se dato nell’infanzia, eviterà molti problemi non solo in quella fase, ma anche in futuro. Fomentare la resilienza, quindi, è una delle grandi sfide dell’educazione.

TU GENITORE, QUANTO SEI RESILIENTE?

Per misurare la vostra resilienza provate con sincerità a rispondere a queste domande, facendo riferimento ad esperienze vissute e a come vi siete comportati. E’ un piccolo test per capire come lavorare su se stessi, prima ancora che insieme ai vostri bambini:

  • sei in grado di affrontare le difficoltà senza perderti d’animo?
  • è stato utile confrontarti con altre persone, condividere il disagio?
  • cosa ti ha permesso di guardare con fiducia al futuro?
  • quali sono le forze, gli insegnamenti, tratti dagli ostacoli che hai affrontato?
  • sapresti essere d’aiuto ad altri, fornendo assistenza nei momenti difficili?

E’ molto probabile che, nel rispondere, scopri di non essere poi così resiliente. Però c’è una buona notizia: è possibile allenare la propria resilienza con l’esperienza. Non è esaustivo, ma ci sono tre mosse che possono rifocalizzarci:

COME ALLENARE LA RESILIENZA DI NOI GENITORI

  • Impara ad accettare le sfide
  • Diventa consapevole dei tuoi limiti e delle tue potenzialità: le forze verranno in soccorso delle debolezze.
  • Allenati allo Stretching mentale: senza flessibilità non esiste resilienza. Maggiore è la capacità di adattamento cognitivo, più grande sarà la tolleranza alla frustrazione. Allenati un po’ per giorno ad essere morbido, a prendere le cose per quel che sono.
  • Team working: chi fa da sé fa per tre, ma in tre è decisamente meglio. Non rinunciate mai a una bella chiacchierata, a due parole di conforto: sono la medicina migliore. Condividere le esperienze con gli altri, senza diventare tossici, è un prezioso nutrimento dal punto di vista affettivo e psicologico.
  • Yoga dell’anima: l’autoconsapevolezza, la capacità di capire davvero ciò che sentiamo, aiuta a far fronte al dolore in maniera più serena. Non significa soffrire meno, questo non accadrà mai. Vuol dire accettare ogni sfumatura delle emozioni, senza reprimerle, semplicemente lasciandole defluire.
  • Prenditi del tempo per te per recuperare energie
  • Non farti sopraffare dal senso di colpa

Per essere concreti ciò che noi genitori dobbiamo assolutamente ricordarci è ciò che Sidney Phillips ha egregiamente sintetizzato in una frase: Gli uomini diventano più forti quando capiscono che la mano di cui hanno bisogno è alla fine del loro braccio.

Buona resilienza a tutti!